Storia di Francia

Storia di Francia. Secondo appuntamento: Christine de Pizan, una donna fuori dal comune.

“Torna in te stessa, recupera il senno e non preoccuparti più di simili assurdità. Perché tutte le cattiverie dette riguardo alle donne in modo così generale feriscono solo coloro che le dicono, non le donne stesse.” -La città delle dame-

Nel XIV secolo, in Francia, visse una donna fuori dal comune: Christine de Pizan, una donna che fece dello scrivere un vero e proprio mestiere. Patriota ante litteram, paladina dell’onore femminile, fu un’intellettuale di portata europea, la prima donna a diventare scrittrice di professione.

Discendente da una nobile famiglia di notai, nata a Venezia nel 1364, ma trasferitasi da bambina a Parigi, Christine fu introdotta alla corte francese a soli quattro anni ed ebbe una vita davvero peculiare, a partire dalla straordinaria educazione ricevuta dal padre Tommaso, medico e astrologo di corte, che le trasmise tutto il suo sapere. Ebbe un padre davvero speciale che la istruì in barba al pensiero dell’epoca, che riteneva le donne inadeguate per natura alla preparazione letteraria. Nonostante la grande cultura, Christine rimase una donna semplice e discreta, consapevole della mentalità della sua società e dell’eccezionalità dalla istruzione. A quindici anni, sposò un giovane notaio francese di nove anni più grande, con il quale ebbe tre figli. Purtroppo, però, il matrimonio durò solo dieci anni. Inoltre, alla morte del re di Francia, Carlo V, il privilegio della famiglia di Christine venne meno e anche il padre morì, appena tre anni prima del marito. A soli venticinque anni, si ritrovò vedova, in ristrettezze economiche e con tre figli da mantenere.

Iniziò, così a comporre ballate, poesie, testi biografici (tra cui la biografia di Carlo V) e politici, facendo fruttare la sua straordinaria e inusuale istruzione. In quindici anni compose 290 ballate, attenta, però, a seguire il gusto cortese e a farsi apprezzare a corte, in cui “lavorava” senza farne parte. Intratteneva costanti rapporti con i più stimati e importanti intellettuali europei e la sua produzione letteraria si divise in tre fasi: quella della composizione di ballate, quella della produzione di poemi in versi e quella in cui si dedicò ai trattati politici.

Per tutta la vita, si batté con coraggio per la difesa delle donne, del loro onore e dignità – senza però mai assumere posizioni radicali – usando il proprio lavoro come dimostrazione concreta delle capacità femminili, a dispetto di quanto, invece, sostenevano gli uomini. Ma non solo. Criticò le altrui opere maschili, quando intrise di misoginia, e produsse opere in cui chiedeva il riconoscimento della dignità delle donne, come la Querelle des femmes ela Città delle dame.

La città delle dame, in particolare, ebbe un successo enorme e viene considerata da molti la prima opera letteraria femminista. Si tratta di un racconto allegorico in cui tre dame che incarnano Ragione, Rettitudine e Giustizia fanno visita all’autrice per aiutarla a costruire una “città delle donne” intellettuale e filosofica a difesa dalle calunnie di scrittori e pensatori misogini. Attraverso gli esempi di grandi donne dalla storia, Christine dimostrava come le donne fossero uguali agli uomini e meritassero maggiore rispetto e opportunità. Partendo dalla riflessione su un testo pieno di maldicenze sulle donne, di un importantissimo autore suo contemporaneo, Mateolo, Christine si chiede come Dio, eccellente artigiano, abbia potuto fare qualcosa di terribile come una donna. In quel momento, proprio appaiono le tre dame, Ragione, Rettitudine e Giustizia, che vogliono mostrarle quanto sia sbagliato che lei creda alle bugie degli uomini quando, in cuor suo, conosce la verità. Ragione la aiuta a costruire le mura esterne della città confutando ciò che gli scrittori maschi avevano scritto sulla natura malvagia delle donne ed evidenziando le virtù femminili di coraggio, lealtà e intelletto, con la citazione di numerosi esempi di donne del passato. Rettitudine aiuta la narratrice a costruire nella città alloggi ed edifici pubblici. Giustizia completa la città concentrandosi esclusivamente sulle sante, chiaramente approvate da Dio, lodate da uomini e donne per la devozione e lo spirito di sacrificio, respingendo così l’affermazione che le donne sono, per natura, più peccaminose degli uomini. Un’opera davvero straordinaria.

Fondò anche un ordine per la tutela della dignità della donna, l’Ordine della Rosa, che coinvolse anche la corte, finalizzato proprio alla difesa dell’onore femminile: i loro membri erano, infatti, impegnati a difendere le donne e a modificare l’atteggiamento di disprezzo nei loro confronti. Celebrò la nascita dell’ordine nell’opera Le dit de la Rose che, astutamente, dedicò a Luigi d’Orléans, figlio di Carlo V, e che fu molto apprezzato tanto che ne vennero diffusi ben 250 manoscritti: un vero e proprio best seller. L’opera criticava apertamente un testo famosissimo di un autore molto stimato, Jean de Meung, potente professore dell’università di Parigi. Questa sua audacia portò a uno scontro aperto durato tre anni con i sostenitori del celebre professore, al quale Christine rispose senza paura e per le rime: a donne avide e menzognere corrispondevano uomini disposti a gabbare, questo rispose. Fu il caso totalmente straordinario di una donna abile e colta contro l’intera istituzione universitaria: con grande coraggio, Christine aveva, infatti, preso pubblica posizione contro la tesi di un potente intellettuale accademico. E l’eccezionalità del fatto sta anche nelle conseguenze di questa sua posizione. La sua voglia di dimostrare che uomini e donne possedevano le stesse facoltà intellettuali e morali e il conseguente conflitto intellettuale fecero di lei una figura di prima grandezza e fu la prima volta che, nel Quattrocento, una donna che aveva difeso pubblicamente la dignità femminile divenne famosa, anziché finire sul rogo.

Oltre a concepire le opere, Christine le scriveva anche di suo pugno, tanto che produsse almeno 55 manoscritti autografi. Ma fece di più. Fondò e diresse uno scriptorium con collaboratori e miniatori. La si potrebbe definire editrice di se stessa ed è da qui che nacque la biografia di Carlo V, commissionatale dal fratello del defunto re, Filippo l’Ardito. Un’opera che terminò in poco più di un anno e con la quale diede avvio a una produzione storica laica femminile, in quanto tale biografia era una vera e propria opera storica, costruita su fonti e bibliografia. Da quel momento, furono diversi i testi commissionati dai nobili di corte che le permisero di guadagnare e sopravvivere in un momento storico difficile per la Francia, con la guerra dei Cent’anni e le lotte di potere.

Un altro tema che stava molto a cuore a Christine era l’istruzione, tanto delle donne quanto degli uomini. Consapevole che non era la natura a comportare la disparità tra i generi, ma la cultura, spronava le donne a uscire dai limiti dell’attività domestica. Utilizzava, pertanto, le sue opere per promuovere l’istruzione femminile. In merito, scrisse (in soli sei mesi!) il Livre des Trois Vertus, in cui rivolgeva alle donne consigli e istruzioni (dal modo di vestire e di comportarsi, all’amministrazione del denaro alle vedove) in ogni ambito della vita. Il libro è diviso in tre parti, ognuna contenenti consigli mirati per la tipologia di donne a cui la parte del libro si rivolge: la prima alle principesse e alte dame, la seconda alle donne di corte e la terza a borghesi, popolane e prostitute. L’opera ebbe un grande successo per la sua funzione pratica.

Possiamo anche dire che un’altra importante innovazione di Christine fu l’aver scritto le sue opere traendo spunto dalla sua personale esperienza di vita e non dalla tradizione mitologica o religiosa, come invece era abitudine all’epoca.

All’età di cinquantacinque anni si ritirò in convento, senza farsi monaca, dopo aver assistito a eventi molto cruenti. Lì visse gli ultimi dieci anni della sua vita e scrisse un’opera di consolazione per le donne che avevano vissuto lutti in quegli anni e un poemetto dedicato a Giovanna d’Arco, la sua ultima opera, dato che morì l’anno successivo, il 1430.

Christine de Pizan fu davvero una donna straordinaria per l’epoca in cui visse, colta e coraggiosa oltre misura che, pur rispettando le convenzioni della sua società, lottò con tutte le sue forze contro la disparità di genere e cercò di migliorare la vita delle donne. Andò contro i grandi intellettuali mettendosi al loro stesso livello e sfidandoli con le parole, confutando ogni loro teoria misogina. Riuscì a mantenere se stessa e i suoi tre figli con la letteratura, arrivando persino a creare una vera e propria azienda editoriale grazie allo scriptorium.

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