recensione

“La biblioteca segreta di Einstein” di Fabio Delizzos

Nella Bologna dei primi anni Venti, qualcuno uccide lasciando sulle vittime indizi che rimandano agli studi del più famoso matematico del mondo, Albert Einstein, che, proprio in quei giorni, si trova in città per una conferenza. All’agente investigativo Leonida Pardo, aiutato proprio da Einstein, spetterà il compito di trovare l’assassino e di far luce sulla vicenda, in un clima di antisemitismo serpeggiante. Quegli omicidi sono legati al celebre scienziato? Cosa vuole comunicare l’assassino? Questa è la trama di “La biblioteca segreta di Einstein”, l’ultimo romanzo di Fabio Delizzos, edito da Newton Compton Editori.

Con una prosa scattante (supportata da capitoli brevi) e un ritmo incalzante, pieno di suspense, l’autore ci riporta in un’Italia degli anni Venti ricostruita in modo strepitoso, accanto a un protagonista assolutamente amabile, molto ben caratterizzato. Leonida Pardo è un giovane investigatore ebreo indurito dall’esperienza al fronte, durante il primo conflitto, ma brillante e carismatico, che si muove con astuzia in un contesto ostile, segnato dall’antisemitismo dilagante. Molto interessante anche la caratterizzazione di Einstein che ne scandaglia l’animo, rendendolo molto familiare al lettore. Abbiamo, quindi, una trama appassionante, un protagonista amabile, una narrazione super scorrevole, una ricostruzione dell’ambientazione e del contesto storico precisa e suggestiva, il tutto condito con una buonissima dose di suspense e spiazzanti colpi di scena.

La biblioteca di Einstein” è un romanzo davvero bellissimo, in cui la fantasia dell’autore si mescola abilmente alla storia. Gli anni Venti, gli albori del fascismo e le scoperte di Albert Einstein in un meraviglioso gioco di specchi che si infrangono a suon di colpi di scena. C’è davvero tutto, in questo libro di Delizzos: un protagonista eccellente, un’ottima ricostruzione del periodo storico e una trama che tiene il lettore incollato alle pagine. Una lettura che ho amato molto!

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