REVIEW PARTY, Romanzo storico

Review Party de “La saga dei Borgia. Ascesa al potere” di Alex Connor

Nella deprecabile e fatiscente Roma di papa Innocenzo VIII, inizia il viaggio del nuovo romanzo di Alex Connor, edito da Newton Compton Editori, “La saga dei Borgia. Ascesa al potere”, primo capitolo dedicato alla dissoluta famiglia di origini spagnole che governò l’Italia durante il primo Rinascimento. E come davanti alle migliori pellicole cinematografiche, l’autrice ci chiede di sederci in poltrona e assistere alla salita al potere della famiglia più potente degli anni a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento.

Nell’arco temporale che va dal 1490 al 1495, in scena appaiono i protagonisti di una storia incredibile, capeggiati dal patriarca Rodrigo Borgia che, all’inizio del romanzo, ritroviamo ancora nelle vesti di vicecancelliere papale, carica che ricopre da più di tre decenni. Le sue ambizioni smisurate lo vogliono vedere sul soglio di Pietro, come successore di Innocenzo VIII, al quale arriva con il nome di Alessandro VI, per poi espandere i propri domini, fino a farli diventare grassi e pieni, come il suo ventre dopo uno dei luculliani banchetti che lo hanno reso famoso in tutta Roma. Ma Rodrigo non è un porporato come gli altri. Lui è l’uomo più potente della Città Santa, anche se lui di santo non ha mai avuto nemmeno un pensiero. Dotato di ambizione sconfinata, è un fine pianificatore e un abile e subdolo stratega, capace di comandare anche il diavolo in persona. Soprattutto, però, Rodrigo Borgia ha quattro figli, che, a differenza di quanto accadeva ad altri alte cariche ecclesiastiche, erano riconosciuti dal mondo intero. Cinque persone formavano, così, il temibile clan dei Borgia, la famiglia più temuta della penisola.  Ed è proprio per assecondare le sue mire che, in questo primo capitolo della saga, assistiamo alla forgia dei suoi figli tutti egualmente finalizzati al raggiungimento dei mastodontici obiettivi di Rodrigo, come importanti pedine di una difficile partita a scacchi; assistiamo, inoltre, primi intrighi di palazzo, alle prime macchinazioni volte a ramificare la potenza e il prestigio della famiglia Borgia.

Nel romanzo, grazie ad una perfetta caratterizzazione dei personaggi, che permette di comprendere i caratteri, i temperamenti e le inclinazioni di ognuno di loro, ritroviamo così, lo spietato Cesare Borgia, il primogenito, dalla personalità complessa e carismatica, istruito e cresciuto all’odio; un ragazzo ironico e beffardo, temerario e astuto, intimidatorio, ammirato e temuto. Un giovane dal carattere forte e indomabile, che non ha paura di niente e di nessuno, spietato e ambizioso in egual misura. Lucrezia Borgia, poco più di una bambina, è dotata di un connubio letale: bellezza e intelligenza. È astuta, colta, perspicace, coraggiosa e manipolatrice. Juan Borgia, il secondogenito del papa, nonché figlio prediletto, dedito a postriboli e combattimenti, amante della guerra, ma sprovvisto dell’animo del vero combattente; un ragazzo affascinante, capace di farsi amare. E il più giovane dei figli del Papa, il timido e impacciato Jofrè.

Vi sono poi altri importanti personaggi, come Miguel de Corella, un mercenario sorretto da una vocazione, un ideale talmente accecante da donargli la forza e la brutalità di compiere qualsiasi gesto in suo nome, che l’autrice ci restituisce in tutta la sua intelligente e raffinata brutalità. Colui che diventa maestro e mentore di Cesare: “Abbraccia la tua rabbia, Cesare, falla tua, ma non fingere di non provarla. Gli uomini non seguono gli ipocriti”. Troviamo anche Giulia Farnese la Bella, celebre amante di Rodrigo Borgia, colei che passò alla storia come Sponsa Christi: una donna gelosa, in particolar modo della giovane Lucrezia, e fredda calcolatrice. Ritroviamo anche l’acerrimo nemico di Alessandro VI,  il virtuoso, esaltato e spietato cardinale Giuliano della Rovere, che in ogni modo tenta di destituire il Borgia per salire al soglio di Pietro. E poi, Girolamo Savonarola, il re francese Carlo VIII di Valois, Niccolò Macchiavelli, Piero de’ Medici, Pinturicchio e la sua sorellastra Taddea, Ferrante d’Aragona, Sancia d’Aragona, Vannozza Cattanei, madre dei figli di Rodrigo, il cardinale Ascanio Sforza.

I dialoghi eccezionali, degni dei migliori romanzieri di tutti i tempi, conferiscono alle scene una potenza e un grado di realismo e suggestione davvero unici e trasmettono la psicologia dei personaggi, conferendo straordinaria intensità al romanzo.

La ricostruzione dell’ambientazione è puntuale, senza mai essere inutilmente prolissa: in poche righe, l’autrice riesce a restituire l’atmosfera dei luoghi e dell’epoca in cui ambienta le scene. “Proseguirono in silenzio e si addentrarono in una serie di vicoletti sempre più bui, tra i ladri appostati tra le ombre e gli accattoni travestiti da preti che chiedevano la carità per i poveri. I bagliori fumosi delle torce tremolavano dall’alto dei portafiaccole fissati ai muri e, quando l’orologio di una chiesa batté l’ora, la piazza si svuotò del tutto, tranne per le figure infagottate che dormivano le une addossate alle altre sotto i banchi del mercato deserti. E ovunque si avvertiva un lezzo di fogna, di cibo andato a male e di letame di cavallo…”

Il romanzo si lascia leggere con avidità e impazienza, anche da chi già conosce la storia di questa famiglia. Il lettore si ritrova, così, immerso nella Roma di fine Quattrocento, con il naso all’insù, ad attendere la fumata bianca dopo la morte di Innocenzo VIII, poi a passeggiare nei corridoi dei palazzi di San Pietro ad origliare i dialoghi strategici tra papa Alessandro VI e il figlio Cesare; dietro ad un telo ad osservare il Pinturicchio al lavoro o la bella Giulia Farnese nelle sue stanze in attesa del suo amante; attraversare le strade di una Firenze decadente sotto il governo dell’incapace figlio di Lorenzo il Magnifico, Piero de’ Medici, nella quale dilagano il potere e i seguaci di Savonarola. Il lettore ha, inoltre, l’impressione di trovarsi, come un piccolo grillo parlante, sulle spalle del principale nemico di Rodrigo, il cardinale Giuliano della Rovere e del vicecancelliere papale, il cardinale Ascanio Sforza: il lettore li percepisce talmente vicini da poter quasi sentirne i pensieri.

La saga dei Borgia. Ascesa al potere” è un libro intenso, affascinante e oltremodo immersivo, dal quale si resta totalmente soggiogati. Un romanzo che si vive, che insegna un pezzo di Storia del nostro Paese e che ci mette al cospetto di importanti e affascinanti personaggi del passato, creando la magia per la quale al lettore pare davvero di averli davanti agli occhi.

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