“Un’indagine è del tutto e per tutto simile a una via crucis. Si compone di tappe. Un insieme di soste, fermate e intoppi che si susseguono fino al raggiungimento del traguardo.”
Nel granducato di Toscana, alla fine del Settecento, poco prima del Natale, il cadavere di un agente di commercio viene ritrovato nella vigna del barone Leonberto Calendimarca. È una situazione delicata per il barone, il quale decide di affidare le indagini a Vitale Federici, il famoso cadetto di Montefeltro. Vitale si presenta al maniero insieme al suo giovane allievo Bernardo della Vipera, ma in quel castello non troverà solo il cadavere su cui deve indagare Questa la trama del nuovo romanzo di Marcello Simoni, “La taverna degli assassini”, edito da Newton Compton Editori.
In questo giallo storico ritroviamo, così, uno dei personaggi famosi dell’autore alle prese con un’indagine ricca di omicidi, misteri, suspense e che ruota intorno al mondo del vino. Un giallo in piena regola, dalle atmosfere alla Agatha Christie, con due protagonisti degni di Sherlock e Watson: un puzzle dagli incastri perfetti alla fioca luce dei candelabri. La trama è quella di un grande giallo, con un mistero davvero impossibile da risolvere prima della fine… e che mistero! La combinazione di narrazione fluida e ritmo serrato sapientemente gestito fanno di questo libro una lettura veloce. L’ottima ricostruzione dell’ambientazione storica permette al lettore di calarsi appieno nell’atmosfera di fine Settecento. Anche la caratterizzazione dei personaggi è degna di nota, in particolare, quella della coppia di investigatori. Vitale Federici, esperto investigatore e uomo di spirito, ironico, perspicace e acuto; Bernardo, invece, giovane novellino, con la giusta dose di incoscienza utile a sopperire al poco coraggio.
“La taverna degli assassini” è una lettura sorprendente, un giallo degno si questo nome, con misteri davvero irrisolvibili e un finale spiazzante.
Il SegnaLibro di Deborah 