le fondamenta del romanzo storico, rubrica

Le fondamenta del romanzo storico. Quarto appuntamento: i personaggi storici.

Una della particolarità del genere storico è rappresentata dalla presenza di personaggi realmente esistiti, dalla cui biografia e personalità l’autore non può prescindere, sia che si tratti di protagonisti che di semplici comparse. Le aspettative del lettore relative alla caratterizzazione dei personaggi, infatti, sono molto più alte in questo genere rispetto ad altri, proprio perché egli ha la possibilità di conoscere la realtà di un personaggio storico. Quindi, attraverso lo studio della biografia del personaggio, l’autore deve ricavarne la psicologia e ricostruirne la personalità, il temperamento e l’indole, in modo da riportarlo al lettore nel modo più vivo e fedele possibile.

Da questi, poi, si distinguono i personaggi di fantasia che devono essere calati nella realtà storica in cui si muovono e che devono risultare credibili. Ma qui è necessario fare attenzione a non farli ricadere in schemi troppo netti e stereotipi e, soprattutto, ad evitare gli anacronismi. Ad esempio, creare un personaggio femminile medievale che compie imprese da eroina moderna non giova alla credibilità della storia. Per questo, è necessario tenere sempre a mente la cultura, la mentalità e la società del periodo storico in cui si ambienta il romanzo. E ciò non significa che non si possano costruire personaggi che lottano contro i difetti del loro tempo, ma sarà necessario farlo rimanendo nei limiti delle regole del periodo in cui vivono. Questo perché il modo in cui si sviluppano e si manifestano le dinamiche tra le persone è influenzato dalla società.

Ma ora lascio la parola ad Andrea Zanetti!

In un romanzo storico, risultano centrali i personaggi del passato, realmente esistiti, dei quali, si dice, l’autore debba saper rievocare gli spiriti. Quale tipo di studio sul personaggio deve compiere l’autore per riportarlo in vita? Come ci sei riuscito, ad esempio, con la regina di Cipro Caterina Cornaro?
Questo è sempre l’aspetto più delicato. Un conto è usare personaggi di fantasia o rievocare personalità illustri pur lasciandole nello sfondo, un conto è invece renderli protagonisti. Già questo, ovviamente, crea un problema nella storia, che rischia di scadere quasi nella fantascienza. Gli aspetti caratteriali poi sono sempre difficili da ottenere da fonti attendibili. Nel mio caso ho acquistato molte monografie sulla sua vita, sulla sua persona (Caterina Corner è stata senza dubbio una delle grandi donne del Rinascimento, e nel 2010 ricorreva il cinquecentenario della sua morte, occasione colta da molti storici per celebrarne il ricordo). Da queste ho cercato di trovare tratti comuni, in cui tutti gli autori erano concordi, usando quindi questa linea come base. Poi ho iniziato a ragionare di mio, deducendo aspetti psicologici dai fatti conclamati.

Fondamentale, e delicata allo stesso tempo, è poi la loro caratterizzazione. Come riesce lo scrittore a dare la giusta voce ad un personaggio realmente esistito?
Quello che ho fatto io è contestualizzare le opere che Ella ha fatto in vita (nel caso di Caterina), usando intuito, psicologia e immaginazione per poter capire che tipo di personalità possa aver mosso certe gesta. Caterina è stata sposata per procura appena diciassettenne, affidata ad un marito che regnava un’isola distante duemila chilometri da casa, lontana dalla famiglia e da tutto il suo mondo. Dopo essere stata lasciata vedova e aver visto morire il figlio, con il sospetto dell’avvelenamento per mano veneziana, ha cercato di regnare per quattordici anni, prima che Venezia esigesse dalla sua stirpe la fedeltà e il suo regno. Una donna che si isola quindi ad Asolo, lontana dalla politica e che si circonda di arte e musica, natura e amori, non può non essere stata una donna forte e sensibile. Io questo ho cercato di ritrasmettere.

Attorno ai personaggi storici, inoltre, ruotano anche personaggi di fantasia che servono la trama a più livelli, ma che devono essere creati in modo da risultare credibili in quel contesto storico. Come si costruisce questa credibilità? A quali aspetti deve prestare attenzione lo scrittore affinché i personaggi da lui inventati siano calati a tuttotondo nel contesto?
Anche qui, c’è qualche difficoltà in più. I personaggi di fantasia, sia protagonisti che comparse, hanno uno scopo narrativo, scelto dall’autore. Le vicende umane, come ho già detto, sono piuttosto universali, comuni in ogni epoca, perché di fatto, pur cambiando mentalità e morale all’evolvere delle società, i sentimenti di partenza rimangono gli stessi. Ci saranno sempre persone altruiste, invidiose, arriviste, sentimentali, abnegate, integerrime, traditrici, sognatrici. Bisogna però utilizzare queste sfumature caratteriali per giungere a scopi contestualizzati nel periodo storico. Il modo di pensare, sviluppato sulla base di queste pulsioni, cambia nel Trecento o nel Settecento, a Venezia o a Costantinopoli. 

Vi aspettiamo mercoledì 22 dicembre per parlare della ricostruzione del contesto tra fedeltà alla realtà storica e fantasia dell’autore.

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